l’idea di strega che sostengo è legata a ciò che l’essere strega ha rappresentato nel corso della storia dell’umanità: la volontà di sovvertire l’ordine costituito, di opporsi al potere imposto, di esercitare la propria libertà di pensiero in piena autonomia. E ha rappresentato anche come l’appartenere a questa categoria abbia comportato emarginazione, esclusione, eliminazione fisica o simbolica. Il potere costituito ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo, ecco perché chiunque vi si ribelli diventa assai periglioso. Senza contare il fatto che chi desidera o mette in atto il cambiamento viene talvolta considerato un alieno, una persona incomprensibile poiché non rientra nelle categorie comode già conosciute.
Spesso è accaduto che alle donne che erano chiamate streghe nel Medioevo siano stati messi in bocca, sotto tortura, crimini o presunti tali che in realtà non avevano commesso. Vi ricorda qualcosa?
Il messaggio è chiaro: se ti poni come autorità (sibilla, conoscitrice dei rimedi naturali, figura carismatica, protettrice degli oppressi…) dai fastidio a quelli che ci tengono, alla loro autorità. Se sei trascinatore/trascinatrice di folle ma non fai comodo al potere, beh… sarà il caso di risolvere il problema in modo definitivo. Si crea quindi un bel mobbing di questi personaggi che fino a quel momento avevano agito nel benvolere della gente. I trend setter del potere dicono che essere strega è out. Quindi improvvisamente le streghe sono out. I loro consigli sono baggianate, avvicinarsi a loro porta sfortuna, non è proprio il caso di ascoltare le loro rivendicazioni sociali, oltre al fatto che sostenere la loro causa è fonte di ripercussioni assai sgradevoli.
Ma le streghe continuano ad essere streghe perché lo vogliono. Sono donne resistenti, donne che resistono contro la dittatura del pensiero unico.
Allora streghe di tutto il mondo, unitevi!