ho trascurato di nuovo il presente diario elettronico per dedicarmi alla documentazione del processo creativo di un progetto di ricerca coreografica.
questo incarico, che mi sta arricchendo molto culturalmente e umanamente, mi ha dato l’opportunità di riflettere sull’idea di "prodotto" rispetto a "processo creativo".
mi sto concentrando su tentativi, meditazioni, ispirazioni, ambizioni, correzioni che non necessariamente porteranno, alla fine, alla vera e propria realizzazione di qualcosa. ma in effetti è tutto lì, è la tensione verso la creazione di qualcosa ad esistere, quella esiste sempre, a dispetto del raggiungimento di un "prodotto" da esibire. quindi il mio, di tentativo, è di rendere manifesto un processo di ricerca, talvolta di negazione di ciò che si è fatto prima, per prendersi il lusso di sperimentare, di esplorare territori fino a quel momento ignoti.
spesso, anche nelle lotte politiche contro qualcosa, sebbene non si raggiunga un successo nel senso più comune del termine, vale a dire la vittoria rispetto all’oggetto contro cui si lotta, ciò che si crea nel momento in cui si combatte risulta, alla lunga, forse più importante. quindi anche se non si ottiene la realizzazione del prodotto-vittoria, la battaglia in sé esiste, e comporta una serie di ricadute positive quali la coesione di gruppo, la realizzazione di entità di lotta permanente contro le concezioni che hanno dato origine a ciò contro cui si combatte.
rispetto alle abusate logiche dell’urgenza, del tutto per tutto, pur di ottenere il cosiddetto successo, talvolta si potrebbe considerare se non vale invece la pena di valorizzare e salvare il processo in corso, anche se non condurrà alla vittoria.
anziché una mera antitesi contro qualcosa, si sarà allora "creato" qualcos’altro, che trae origine da tale antagonismo ma continua a vivere di vita propria, se riesce a sconfiggere la delusione per il mancato conseguimento del "prodotto".